Con l’ordinanza n. 10505 del 18 aprile 2024, la Corte di Cassazione ha accolto l’impugnazione di un automobilista di Treviso, che aveva presentato ricorso per una multa ricevuta per aver guidato a 97 chilometri orari superando il limite di 90, perché l’autovelox risultava approvato ma non omologato. Una decisione che potrebbe portare altri cittadini a contestare le proprie multe ed a una moltiplicazione di casi di ricorso.
Che differenza c’è tra autovelox approvato e autovelox omologato?
Un autovelox è un dispositivo ufficiale installato lungo le strade per monitorare la velocità dei veicoli. Sebbene “approvato” e “omologato” vengono spesso usati in modo intercambiabile, come si legge sul sito della Camera dei deputati, che riprende la sentenza della Corte, fanno riferimento a provvedimenti amministrativi distinti, adottati sulla base di apposite e diverse procedure.
Autovelox approvato
Questi dispositivi devono essere conformi a determinati standard e regolamenti stabiliti ma l’approvazione è un provvedimento amministrativo che si occupa di dispositivi singoli, consentiti di volta in volta, senza che il regolamento prescriva precisi requisiti.
Autovelox omologato
L’omologazione invece: “è un provvedimento adottato dal MIT, previa verifica della rispondenza e dell’efficacia di un prototipo alle prescrizioni stabilite dal regolamento di esecuzione del Codice della strada (d.P.R. n. 495 del 1992) e con il quale viene autorizzata la sua riproduzione in serie, dopo essere stato collaudato”.
La procedura di omologazione, dunque, si riferisce più specificamente alla conformità del dispositivo con le normative e le specifiche tecniche stabilite ed include criteri riguardanti l’accuratezza della misurazione, la funzionalità e precisione del dispositivo e la conformità alle normative di sicurezza.
Soltanto l’omologazione, dunque, ha l’effetto di rendere legittimo l’accertamento del superamento dei limiti di velocità e, quindi, la violazione al codice della strada.
Ufficio Stampa ACP – 19 maggio 2024