Pagina introduttiva della Relazione annuale AGCM

Oltre cento segnalazioni e pareri a legislatori e PA, mentre solo nel corso del biennio 2023-2024 sono stati restituiti a 900mila consumatori oltre 150 milioni di euro. Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, ha illustrato in Senato la Relazione annuale sull’attività di AGCM nel 2024 mettendo in evidenza i punti salienti del lavoro fatto.

I benefici per le imprese e i cittadini dal 2015 ad oggi sono stati pari a circa 9,16 miliardi di euro, di cui 729 milioni nell’ultimo anno, ha sottolineato il presidente, e l’attenzione dell’Autorità è stata rivolta a tanti settori della vita quotidiana dei cittadini. Si pensi al controllo degli algoritmi che determinano i prezzi dei voli aerei verso le isole, o al tema delle liberalizzazioni nel settore taxi-Ncc, dove serve “una revisione della disciplina vigente”, passando per le telecomunicazioni, settore dove “mercati aperti e concorrenziali continuano ad essere fondamentali” anche per stimolare ulteriori investimenti “nelle nuove reti in fibra ottica e 5G”.

Rustichelli ha anche evidenziato che serve più concorrenza per spingere produttività e crescita e per garantire maggiori diritti ai cittadini, tant’è che le liberalizzazioni nei mercati dei servizi introdotte in Italia tra il 2005 e il 2019 hanno portato ad “un aumento della produttività del lavoro compreso tra i 3 e gli 8 punti percentuali”. Un richiamo poi all’impegno della Consulta, che ha riconosciuto “il legame profondo e virtuoso tra la promozione del mercato concorrenziale e i diritti dei cittadini”.

La posizione di ACP: “un rituale che non risponde più alle urgenze dei consumatori”

“La Relazione annuale dell’AGCM è diventata un rituale che ripropone una visione teorica della concorrenza come strumento sempre positivo. Ma questa visione fatica a confrontarsi con la realtà concreta vissuta ogni giorno da milioni di cittadini”, dichiara Gavino Sanna, presidente di Associazione Consumatori ACP.

“Non si può continuare a ignorare che la complessità del mercato – tra offerte a tempo, condizioni nascoste e continue sollecitazioni al cambio di operatore – scarica sui cittadini il peso della tutela dei propri diritti. Il tempo, l’energia e le competenze richieste per orientarsi non sono risorse infinite: trasformare ogni consumatore in un esperto di contratti non è una soluzione, è parte del problema”.

“I rimborsi ottenuti a posteriori dall’Autorità sono importanti, ma arrivano quando il danno è già stato subito, e raramente garantiscono una vera compensazione. La prevenzione delle pratiche scorrette dovrebbe avere un ruolo ben più centrale”.

“La concorrenza non può essere considerata un fine in sé. In settori cruciali come energia e telecomunicazioni la liberalizzazione ha spesso prodotto instabilità, complessità e disorientamento per gli utenti. Se l’obiettivo è tutelare davvero i diritti dei consumatori, servono strumenti diversi da quelli proposti in queste relazioni”.

Ufficio Stampa ACP – 17 aprile 2025